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 “Si segnala la presenza di pescecani al largo delle spiagge italiane” (Avviso radio)

E’ Agosto. Per scapoli e ammogliati, lavoratori della mano e lavoratori della penna, è tempo di lasciare i campi e le officine e andare verso il mare, dove, se risuonano voci di sirene, sono quelle delle poco vestite fanciulle troppo alle prese col gioco della palla o del tamburello per accorgersi dei pericoli in agguato al largo. Sotto l’ombrellone, al sole che gli rosola i glutei o allo spettacolo vario che gli scalda il cuore, il capofamiglia italico, deposta la borghese o proletaria preoccupazione per l’integrità di serrature e persiane, minacciate dal nullafacente dell’est o del sud,  godono al pensiero che questo mondo sarebbe un bel mondo  se l’agosto durasse tutto l’anno, come invece non accade. Inoltre, il clima agostano non attenua le preoccupazioni per il pericolo delle tempeste finanziarie in agguato, e l’animo del vacanziere, turbato  dalla tempesta  appena passata che ha rovesciato il suo carico di truffe bancarie, fallimenti e disoccupati sul paese, non viene certo sollevato dall’idea di quella in arrivo, con ogni probabilità altrettanto ricca degli stessi doni. E la preoccupazione per la sorte delle sostanze non trova certo conforto alla notizia  dei rovesci che colpiscono altre contrade,  sulle quali la tempesta imperversa da più anni;  ma la combinazione di sentimenti per aver scampato un pericolo può soltanto far meditare sulla instabilità delle  sorti umane non  tranquillizzare gli animi.

Intanto, quelli che la sanno lunga sui segreti della meteorologia finanziaria e hanno molti amici seduti sugli alti  scranni da cui si legifera, se la godono. Con i piedi all’asciutto e le tasche piene, ringraziano il proprio Dio, se per caso ne hanno uno, per aver ricevuto un cervello tanto fino da  riuscire a leggere nei segni equivoci del cielo le tempeste in arrivo, e, anzi, nell’aver contribuito ad avverarle, che poi significa avere particolare confidenza col Signore di tutte le cose del quale continua l’opera.

Noi non deprechiamo né approviamo, convinti come siamo che infinite sono le vie del Signore che l’uomo peccatore né conosce né può indovinare. Ci limitiamo a ricordare che dove regna la spensieratezza dei puri di cuore, o dei cervelli ottusi, abbondano pure le elucubrazioni dei cervelli acuti, quelli che non si limitano a registrare i fatti così come il destino li ammannisce al giusto o all’ingiusto, il che equivarrebbe riconoscere loro dignità oggettiva, ma fanno vedere il mondo come vogliono loro, o, per meglio dire, torna a loro più conveniente. Avendo la borsa piena mentre il risparmiatore che si era affidato alla loro saggezza, oltre che al loro buon cuore,  ce l’ha vuota,  gode pure  del consiglio e dell’opera di molti amici, a loro volta assai acuti. Intanto, non si creda che si possa montare una manovra di borsa al rialzo o al ribasso senza spendere nessuna goccia di sudore  e quindi sono giustificati quanti, avendo a cuore soltanto la giustizia sociale, vanno ripetendo che sarebbe una vera ingiustizia privare  il finanziere internazionale, acquattato nei fondali degli oceani o che si lascia trasportare dai flussi di denaro da una latitudine all’altra,  dei frutti delle sue fatiche. Al contrario, egli deve venir visto come la figura del vero benefattore dei nuovi internazionali tempi, mentre i risparmiatori, senza più risparmi e senza avvocati che li difendano, diventano  gli speculatori che pagano il prezzo della loro avidità di denaro altrui. Almeno, questo è quanto vanno ripetendo i rappresentanti ufficiali dei diritti dei lavoratori,   i quali, da veri difensori della giusta  causa,  non fanno mancare la loro solidarietà militante ai signori della borsa quando qualche giudice dimostra il coraggio di importunarli nei paradisi tropicali dove hanno trovato rifugio col loro denaro.

Negli articoli pubblicati in questo sito cercheremo di provare  la tesi rivoluzionaria, che le masse, nonostante il loro numero che esime dalla fatica di trovare spiegazioni originali, non hanno amici ma soltanto le attenzioni di astuti venditori di fumo abili nel prestare a chi ne è senza le frasi buone per illudersi di aver compreso fatti dificili da capire, tesi la quale però non può avanzare nessuna pretesa di originalità perché, da quando il mondo è mondo, non si è mai visto un potente danaroso restare senza amici, compari o frasi e se a qualcuno è capitata una simile disgrazia, vuol dire che, per un capriccio della sorte,  anche lui è rimasto senza denaro e perciò anche senza amici e senza frasi .

E. Petaccia
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